giovedì 1 agosto 2013

Quando la sanità è una cosa seria

Manco da un po'... settimane in cui la testa è stata altrove.
E' da più di 20 giorni che Daddy non sta bene. Una banalissima febbricola che ci ha fatto passare delle giornate calde, anche quando il caldo ancora non si è affacciato.

Un sospetto di mononucleosi che, per confermarlo, ci ha fatto girare per medici e ospedali.
Internet è stato una mediciclopedia che in parte ci dava conferme, in parte ci sconfortava.
In tutto questo tram tram, bastava un'analisi, veloce, per escluderla o per confermarla.
E non mi spiego perché, in questo pellegrinaggio medico, nessuno, dico NESSUNO, abbia pensato di fargliela.
Si chiama "striscio" ed è un'esame veloce (anche se poi per i risultati abbiamo aspettato comunque 2 giorni) e ti dice chiaramente se è o non è in atto il virus.
Non sto a spiegare cosa è la mononucleosi, non sono un medico e internet è piena di informazioni a riguardo, tutte che iniziano con la classica frase "mononucleosi detta anche la malattia del bacio"... TUTTE!!!
Non ci sono cure se non il riposo e una sana alimentazione.
Nel nostro viaggio, accompagnati dal virus di Epstein-Barr, abbiamo fatto molte tappe, un passo avanti e dieci indietro.
Siamo partiti da una banalissima tracheite, curata con antibiotico che, ovviamente non ha dato benefici, peggiorando la situazione.
I miei primi sospetti di mononucleosi dopo 3 giorni di febbre, il medico di base ha impiegato una settimana per metterla come ipotesi ("però continua qualche altro giorno con l'antibiotico"...).
Per fare le prime analisi abbiamo aspettato altri 4 giorni, al 10° giorno di febbricola, con risultati previsti dopo 6 giorni. Un'anima pia è riuscita a darceli dopo 4 giorni.
Tutto perfettamente nella norma, compresi i linfociti.
E il virus???
Al 14° giorno di febbricola sapevamo che gli anticorpi c'erano, si vedevano, erano ben visibili... ma nessuno sapeva se la malattia era in corso, o erano anticorpi che si erano formati in passato.
Nessuna diagnosi, nessuna certezza.
Quel giorno, di venerdì, il medico curante ci spedisce all'oncologico per ulteriori esami.
Non posso scrivere cosa abbiamo passato e cosa abbiamo provato, è bastata quella parola, entrare in quell'ospedale, avere il dubbio...
E anche quel venerdì non abbiamo saputo cosa avesse Daddy.
Al 17° giorno di febbre (perchè nel frattempo la temperatura era aumentata) finalmente a qualcuno è venuto in mente di fargli lo "striscio", oltre a nuove analisi emocromo (perchè non si fidavano del laboratorio dell'altro ospedale...) e, già che ci siamo, rx toracico.
Risultati ovviamente da aspettare, qualche altro giorno... con responso positivo alla mononucleosi.
EBV era ed è con Daddy. Un virus che non causa danni se associato a riposo e sana alimentazione.
Mi chiedo come mai, però, nessuno gli ha fatto fare un test specifico subito, per togliere il dubbio?
Perchè, invece, si è preferito andare a tentativi, con stress e affaticamento, che sono i nemici principali di questa malattia???
Se nella malaugurata ipotesi ci fosse stato altro, quando l'avremmo saputo?
Ripetere analisi già fatte non è stata una perdita di tempo, per noi che abbiamo dovuto attendere gli stessi risultati, e per gli altri pazienti, che si sono visti allungare i tempi della consegna dei risultati?
Eccessivo zelo o malasanità?
Personale medico che non sa prelevare il sangue, pazienti che vengono sbattuti da un reparto all'altro, soli, nonostante la febbre e le poche forze, primari che rientrati dalle ferie, si preoccupano di andare a discutere dei badge, mentre la fila dei pazienti viene lasciata a due tirocinanti...
Cose che succedono negli ospedali d'eccellenza...

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