giovedì 2 maggio 2013

Il gioco dei "grandi"

Odio le armi.
Le odio da un po', da quando ho capito che possono far male.
Odio i "giochi" con le armi, perché il gioco non è sparare ad un amico, o un nemico.
I giochi sono momenti di socializzazione, di scambio culturale, di divertimento.
Odio, ancor di più, le armi da quando ho visto bambini, piccoli, troppo piccoli, usati e sfruttati per la guerra dei grandi.
Se vuoi un arma per "giocarci", devi essere cosciente di cosa hai tra le mani, delle potenzialità e delle conseguenze se usata male.

La notizia con cui ho aperto la mia giornata è quella triste, tristissima della morte di una bimba di due anni, per mano del fratello maggiore, poco più che cinquenne.
Morta per un gioco.
Morta perché il fratello aveva un fucile per bambini, con cui stava giocando.
Un "gioco" che è divenuto tragedia.
Un regalo, fatto al compleanno, che ha cambiato, una famiglia americana, per sempre.
Odio le armi, e non voglio che mio figlio, duenne, simuli una pistola pronta a sparare.
Odio le armi e vorrei che fossero bandite, soprattutto quelle riprodotte in scala che passano per giocattoli.
L'azienda offre, all'interno del proprio sito, una sezione dedicata ai più piccoli.
Piccoli tiratori.
Sono gli USA, dove in questi giorni si discute se rendere più severi i controlli sull'acquisto di pistole&Co.
E in Italia?
Ci preoccuperemo quando e se accadrà una simile tragedia?
Odio le armi, e spero che anche mio figlio, un giorno, avrà la mia stessa opinione.

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