sabato 24 novembre 2012

La rosa sarebbe sempre così profumata anche se avesse un altro nome?

Anche io vorrei dire la mia, non che possa cambiare il modo di vedere di chi mi sta intorno, nè tanto meno ho la presunzione di dare le basi al cambiamento.

Negli ultimi anni si parla spesso di matrimoni omosessuali, di DICO, di PACS o come si sono inventati di chiamare le unioni civili fra due persone, omosessuali o etero.
Hanno tanto di cui riempirsi la bocca, i nostri politici, giusto per fare il bello e il cattivo tempo, giusto per impegnarsi la giornata.
Non sono apolitica, anzi... ma questo perder tempo è qualcosa che mi infastidisce come cittadino, come persona.
La rivoluzione culturale dovrebbe partire dal basso, dalle scuole e dalla famiglia.
Ma in famiglia, i genitori di cosa parlano con i figli?
L'uso di termini discriminanti, razzisti rivolti verso il piccolo schermo diventano esempi per i nostri bambini.
Crescere con la paura del lupo nero, con la paura del diverso, dell'ignoto, con pregiudizi dettati da... da chi?
Dall'Istituzione Chiesa?
Dallo Stato?
Da false credenze?
Avere pregiudizi sulla convivenza, sull'omosseualità, sul colore della pelle.
Come se fossimo tutti giudici degli altri.
Avere la presunzione della perfezione.
Ma la natura, in tutte le sue sfumature, non è incredibilmente perfetta di suo?
"La rosa sarebbe sempre così profumata anche se avesse un altro nome?"

Vorrei cercare di consegnare a mio figlio una società migliore di questa.
Inizio io, con le piccole cose, cambiando il testo della classica ninna nanna, non raccontando storie che inquadrano il personaggio cattivo con una particolare categoria, non raccontando che, se non fa questo o quello, viene l'uomo nero, nè tanto meno che lo porto dal dottore che gli fa la siringa (dei medici ha paura di suo... ma quello è colpa di alcuni pediatri che dovevano fare altro nella vita).
Vorrei insegnarli che l'uomo e la donna hanno gli stessi diritti, ma anche gli stessi doveri.
Vorrei insegnargli che due uomini posso vivere il loro amore e formare una famiglia, così come lo abbiamo fatto noi, o come lo potrebbero fare due donne.
Vorrei insegnargli il rispetto per chi crede in una religione o per chi non crede.
Vorrei insegnargli a guardare negli occhi le persone per conoscerle, non nei vestiti che indossano o nella macchina che sfoggiano.
Vorrei avere la forza e il coraggio di insegnargli ad essere un uomo onesto.
Se tutti i genitori pensassimo 10 secondi prima di proferir parola o prima di fare un gesto, avremmo figli sicuramente più liberi di noi...



Nessun commento:

Posta un commento